Problemi nell’allattamento al seno più frequenti
La maggior parte dei corsi pre-parto spesso non includono la preparazione all’allattamento. Ci sono consigli e posture che si possono allenare già prima di aver partorito per agevolare l’attaccamento al seno.
La diade dell’allattamento è la relazione tra madre e neonato.
L’allattamento dipende dalla capacità della madre di produrre il latte e dalla capacità del neonato di assumere il latte, affinché l’allattamento sia un successo bisogna considerare gli aspetti anatomo-fisiologici di entrambi!
Qui di seguito vediamo le problematiche nell’allattamento al seno più frequenti e alcuni consigli su come risolverli:
Dolore al capezzolo
Forse la problematica più comune nella difficoltà di attaccamento, ci possono essere tagli, sanguinamento, vesciche, vasospasmi.. La causa è un mal attaccamento del neonato al capezzolo.
Cosa fare in caso di dolore al capezzolo:
– Cambia posizione, sia del neonato, quindi posizione verticale o rugby, sia della madre, più inclinata o sdraiata
– Stai a seno nudo e lascia asciugare i capezzoli all’aria
– Proteggi il capezzolo con la coppetta d’argento
– Utilizza indumenti larghi ed evita i reggiseni per un po’ di tempo
– Spalma la lanolina insieme ad un po’ di latte materno
Se il problema persiste contattate velocemente un ostetrica o un osteopata pediatrico.
Mancanza di latte
Una frase molto importante da tenere a mente è: “Il latte viene allattando!”
La dimensione del seno non è un fattore prederminante nell’avere o meno il latte, infatti è la ghiandola mammaria la deputata alla creazione di latte, e non l’aspetto anatomico del seno.
Più il seno viene stimolato, più il corpo della madre risponderà alla richiesta aumentando la produzione di latte.
I primi due giorni di allattamento sono i più difficili, non vi è del proprio e vero latte nel seno della madre ma colostro, ecco perchè risulta fondamentale continuare ad attaccare al seno il neonato.
Per stimolare al meglio la produzione di latto bisogna svuotare completamente prima un seno e solo successivamente l’altro, anche da un punto di vista nutrizionale risulta più corretto.
Insisti sul contatto pelle a pelle (skin to skin) e attaccate il neonato il più possibile.
Dotto ostruito e ingorgo
I sintomi del dotto ostruito o di un ingorgo sono un seno teso, rigido e dolente, causato dal mancato svuotamento del seno.
L’ingorgo può avvenire sin dai primi giorni, quando la diade madre/neonato non è ancora ottimale. Ci possono volere alcuni giorni prima che il colostro diventi latte.
Può avvenire anche quando si iniziano ad introdurre cibi solidi e l’allattamento diventa meno frequente.
Cosa fare in caso di dotto ostruito e ingorgo:
– Allatta più spesso
– Massaggia il seno dall’alto verso il basso, utilizzando una doccia calda
– Fai terapie di ultrasuoni
– Allatta in quadrupedia, con il neonato a pancia su, per utilizzare la forza di gravità
– Evita indumenti stretti e reggiseno
Vasospasmo
Il vasospasmo è una costrizione dei vasi sanguigni, può avere diverse entità, dal semplice dolore al capezzolo fino all’abbandono del all’allattamento.
Di solito si manifesta con dolori acuti, capezzolo freddo fino a diventare bianco. C’è un continuo cambiamento di colore, può diventare blu o viola per poi tornare al colore naturale.
I sintomi possono durare alcuni secondi, minuti o anche più tempo.
Le cause solitamente sono un mal attaccamento al seno del neonato, tagli e lacerazioni oppure esposizione all’aria fredda.
Cosa fare in caso di vasospasmo:
– Tieni i capezzoli al caldo, utilizza impacchi caldi per alleviare il dolore
– Utilizza più strati di vestiti
– Evita il freddo e tieni i capezzoli sempre coperti
– Capsule di olio di pesce (contengono acidi grassi) o omega 6, aiuta a rilassare i vasi sanguigni,
– Integratori di magnesio per rilassare i vasi sanguigni
Mastite
La mastite è un infiammazione dei tessuti del seno, può diventare un infezione batterica, facendo diventare il seno: rosso, rigido e indolenzito.
In caso di febbre contattare immediatamente il medico curante.
Come prevenire la mastite:
– Attacca spesso il neonato (dalle 8 alle 12 volte in 24h)
– Sveglia in neonato se senti il tuo seno pieno e attaccalo, se non vuole usa il tiralatte per svuotare il seno.
– Se continui ad avere problemi nell’allattamento al seno e la mastite non migliora, chiedi aiuto all’ostetrica e ad un osteopata pediatrico per valutare l’attaccamento.
– Continua a offrire entrambi i seni ad ogni poppata, facendo attenzione a svuotare completamente prima un seno e poi l’altro.
– Evita qualsiasi forma di pressione sul seno, quindi sono consigliati vestiti larghi e un reggiseno non stretto
Cosa fare in caso di mastite:
Se pensi di avere la mastite è importante seguire i seguenti consigli in modo da velocizzare il recupero.
– Continua ad allattare il neonato, il tuo latte è ancora il miglior alimento che tu possa offrirgli.
– Utilizza impacchi caldi o una doccia calda prima di attaccarlo o prima di usare il tiralatte, questo servirà per migliorare il flusso. Se senti che non hai problemi nel espellere il latte puoi farne anche a meno.
– Massaggia dolcemente il seno dall’alto verso il basso mentre stai allattando o sotto la doccia.
– Utilizza impacchi freddi per alcuni minuti dopo aver allattato, sentirai sollievo immediato.
– Se hai bisogno chiedi al tuo medico curante dei farmaci come paracetamolo o ibuprofene.
– Rimani ben idratata, bevi almeno 8 bicchieri d’acqua al giorno
– Riposa il più possibile e fatti aiutare.
– Se non ti senti bene ed hai la febbre, contatta immediatamente il tuo medico. In questo caso il medico potrà darti una cura antibiotica. Continua ad allattare anche sotto antiobici.
Frenulo corto
Circa 1 neonato su 10 ha il frenulo che attacca la lingua al palato più corto del normale, questo viene denominato semplicemente: frenulo corto.
Alcuni bambini che nascono con il frenulo corto non hanno alcun sintomo, mentre altri, possono avere problemi nell’allattamento al seno, fanno più fatica ad utilizzare la lingua in modo corretto.
In caso di frenulo corto basta rivolgersi al medico pediatra che eventualmente lo taglierà.
In questi casi, l’osteopata potrà lavorare sulle tensioni create dal frenulo corto.