La spalla del nuotatore, chiamata anche sindrome da conflitto sub-acromiale o da impingement, colpisce prevalentemente i nuotatori, a causa della quantità di volte che la spalla deve ruotare durante ogni allenamento.
La spalla è un’articolazione estremamente mobile e per questo motivo deve essere ben supportata dai legamenti e dai muscoli che circondano l’articolazione.
Lo sport del nuoto è unico in quanto le spalle vengono utilizzate per spingere il peso del corpo, contro la resistenza dell’acqua. La massima libertà di movimento e flessibilità è richiesta per avere una migliore efficienza nella nuotata.
CARATTERISTICHE
La Spalla del Nuotatore, o confitto sub-acromiale, è una condizione muscolo-scheletrica che riferisce come sintomi il dolore anteriore e laterale della spalla.
LA SPALLA DEL NUOTATORE HA LE SEGUENTI CARATTERISTICHE:
- Infiammazione del tendine del sovraspinato e del capo lungo del bicipite con una situazione di impingement della spalla.
- La maggior parte dei sintomi è associata ad una postura alterata, con l’articolazione glemo-omerale che è alterata del suo controllo neuromuscolare.
- Errori tecnici come il sovrallenamento, sovraccarico e specialmente una tecnica sbagliata possono contribuire al manifestarsi di questo problema.
L’insorgere dei sintomi può essere associato ad una postura errata, poca mobilità gleno-omerale, scorretto controllo neuromuscolare o poco tono muscolare della spalla.
Il trattamento della spalla dei nuotatori professionisti deve mirare alla prevenzione. Effettuando trattamenti costanti si riesce a mantenere la spalla libera così da poter effettuare una biomeccanica corretta.
Anche se il nuoto è uno sport a basso impatto, l’uso eccessivo delle spalle può creare danni a queste articolazioni
LA SPALLA E IL NUOTO
Il complesso articolare della spalla è stato progettato per effettuare movimenti di ampiezza e gradi di libertà maggiori di ogni altro sistema articolare del corpo.
La mobilità eccessiva della spalla nell’articolazione gleno-omerale e la scapolo-toracica è stabilizzata dall’articolazione sterno-claveare e acromion-clavicolare.
Al livello dell’articolazione gleno-omerale, un complesso sistema di legamenti contribuisce alla stabilità primaria e un elaborato sistema muscolo-tendineo ne stabilizza i movimenti.
Questo meccanismo di supporto, permette che la spalla riesca a sopportare grandi sforzi e carichi esterni, andando a lavorare con la sua mobilità permettendo movimenti complessi.
La miglior situazione di questo binomio di equilibrio: stabilità e mobilità, lo si verifica nei movimenti aerei.
Molti sport aerei, come discipline che utilizzano una racchetta o un altro sport di sovraccarico come la pallavolo, richiedono due o tre tipologie di movimenti diversi della spalla.
Per quanto riguarda il nuoto, i movimenti richiesti per un professionista sono circa 4000 movimenti circolari della spalla in un unico allenamento, facendo diventare questo sport una fonte comune di infortuni alla spalla.
Il dolore alla spalla è il sintomo muscolo-scheletrico più comune nei nuotatori, con un incidenza di dolore articolare della spalla nei nuotatori professionisti che arriva fino al 87%! (1)
CAUSE DELLA SPALLA DEL NUOTATORE
La spalla del nuotatore, o conflitto sub-acromiale, si verifica di più nel nuoto a stile libero, e in minor parte nel dorso o delfino.
La lesione può essere causata dal continuo movimento non corretto. Nello stile libero per esempio, il ruolo della scapola e dei suoi muscoli è importantissimo. Se non vi è una corretta funzionalità della scapola, si corre il rischio di creare un enorme sovraccarico all’articolazione della spalla.
Un allenamento eccessivo (overtaining), aumento di volume o di intensità dell’allenamento possono causare la spalla del nuotatore, creando anche micro lesioni della cuffia dei rotatori per un eccessivo utilizzo, rendendo così la spalla instabile e dolorosa. (2)
Uno squilibrio tra forza e flessibilità dei muscoli è un’altra causa comune, così come una respirazione unilaterale, un eccessivo utilizzo delle palette.
La maggior parte delle problematiche muscolo-scheletriche possono essere dovute da traumi o microtraumi.
Un dolore che inizia subito dopo un episodio traumatico può esser dovuto a lesioni che provocano perdita di movimento, forza e propriocezione.
La spalla del nuotatore, o la sindrome da impingment, può essere classificata come microtrauma, dove il dolore non si presenta in seguito ad un evento traumatico specifico ma insorge con il passare del tempo.
La ripetitività del gesto tecnico può provocare dei microtraumi, la causa può essere data da fattori intrinseci o fattori estrinseci.
Fattori intrinseci
I fattori intrinseci includono lesioni da impatto sub-acromiale, coinvolgendo pricipalmente i tendini della cuffia dei rotatori, tendine del capo lungo del bicipite, borsite sub-acromiale, che vanno ad aumentare la compressione tra acromion (scapola) e l’omero.
La causa principale dell’impingement è il movimento alterato della scapola, che non rimane in posizione durante i gesti di abduzione ed extrarotazione del braccio ma scivola lateralmente andando a creare attrito tra acromion e omero.
Se si pensa al nuoto, questa condizione può essere favorita dal numero di movimenti in carico effettuati, nel quale si ha anche una esagerazione dell’extrarotazione del braccio.
Il muscolo principale di questo scivolamento è il gran dentato, che se non allenato propriamente rischia di non far controllare bene i movimenti della scapola.
Una debolezza o instabilità dei tendini della cuffia dei rotatori possono impedire una corretta funzione di stabilizzazione della testa dell’omero nella cavità glenoidea, provocando così un carico alterato delle strutture tendinee.
Un’alterazione della meccanica della bracciata può essere causata anche dai sintomi di instabilità della spalla in condizioni di stanchezza del nuotatore.
Ci sono ricerche scientifiche che indicano un’alterazione dell’attività muscolare presente nei nuotatori con dolore alla spalla, andando così a modificare involontariamente lo stile della bracciata per non sentire dolore. (1)
Fattori estrinseci
Oltre che ad identificare le cause che hanno portato ad avere la spalla del nuotatore, l’Osteopata può verificare se il microtrauma è stato causato da un sovraccarico, un uso scorretto od una debolezza della spalla.
Un sovraccarico nello sport, avviene quando vi è una richiesta importante al corpo, che non riuscendo a recuperare adeguatamente può incorrere in lesioni muscolari o articolari.
Un esempio di sovraccarico nel nuoto può verificarsi quando avviene un aumento della distanza percorsa giornalmente dall’atleta, dai 5000m ai 10.000m.
Anche un eccessivo utilizzo delle palette può causare la spalla del nuotare, andando ad aumentare l’intesità dell’esercizio sulla spalla.
Un uso scorretto avviene quando il gesto tecnico è sbagliato, andando così ad aumentare la pressione sulle strutture osteo-muscolari. Un errore comune nello stile libero è il movimento eccessivo di rotazione del busto, andando ad aumentare l’adduzione orizzontale e quindi a comprimere maggiormente i tendini al di sotto dell’acromion.
Se si ha una debolezza muscolare, per esempio dopo un periodo di astensione dal nuoto, si può verificare un indebolimento dei muscoli e del sistema di controllo neuromuscolare che stabilizza la scapola, andando così a creare dolore.
In tutte queste situazioni, la struttura della spalla non riesce a controllare in maniera adeguata un gesto tecnico ripetuto per tante volte, potendo così causare danni e dolore alla spalla.
EPIDEMIOLOGIA DELLA SPALLA DEL NUOTATORE
In uno studio recente, il 91% di 80 giovani atleti (13-25 anni) ha sofferto di un episodio di dolore alla spalla.
Di questi, l’80% aveva una positività alla Sindrome del conflitto sub-acromiale, o impingment, la maggior parte confermata mediata risonanza magnetica con una tendinopatia del Sovraspinato, il muscolo più colpito nella cuffia dei rotatori, che permette di mantenere stabile la spalla. (3)
Si è evidenziato che un maggior livello competitivo dei nuotatori è proporzionato a segni clinici di tendinopatia della spalla mediante esami strumentali come radiografia.
La maggior parte dei nuotatori soffre di dolore alla spalla, ne è a conoscienza e ci convive.
SINTOMI
Il sintomo principale della spalla del nuotatore è la modificazione della bracciata con una riduzione di forza associato a dolore.
Nei nuotatori si manifesta con l’impossibilità di sollevare adeguatamente il gomito nella fase di recupero, andando così ad anticipare la fase di entrata della mano.
Se si avverte dolore alla spalla nella fase di recupero, probabilmente questo è dovuto ad una sindrome da impigment. Mentre se si avverte dolore durante la fase di propulsione questa può essere indicativa di un problema del cercine glenoideo.
Il vostro medico vi potrà indicare di effettuare una risonanza magnetica o tac della spalla per valutare adeguatamente muscoli e tendini.
PREVENZIONE DELLA SPALLA DEL NUOTATORE
Molte volte una tecnica sbagliata causa dolore alla spalla. Correggendo la tecnica si può evitare di causare danni alla spalla, semplicemente andando a migliorare la vostra tecnica con un maestro professionista che sia in grado di capire il vostro errore e quindi di correggerlo.
Molto importante è anche non arrivare a sentire mai dolore, questo è l’obiettivo della prevenzione, in qualsiasi ambito, da quello sportivo a quello quotidiano.
Risulta così importante effettuare esercizi specifici di mobilità e rinforzo delle spalle nonchè farsi trattare da un osteopata che vada a riequilibrare il sistema togliendo le eventuali tensioni che possono creare un sovraccarico e quindi un possibile problema.
TRATTAMENTO DELLA SPALLA DEL NUOTATORE
Bisogna effettuare un’analisi approfondita in toto, quindi verificare la postura, i movimenti, la mobilità della colonna ed agire quindi sulla causa e non sul sintomo.
Esistono vari trattamenti in base alla causa. Gli ortopedici indicano una terapia conservativa di almeno 6 mesi prima di effettuare un possibile intervento chirurgico.
La terapia conservativa presuppone dei trattamenti osteopatici e fisioterapici, con il possibile utilizzo di medicamenti.
Molto importante è agire subito sul dolore per non causare danni importanti alle strutture e non cronicizzare il problema.
Le ricerche indicano essenzialmente 7 fasi di riabilitazione e recupero in una patologia alla spalla.
FASE 1:
ELIMINAZIONE DEL DOLORE E STRATEGIE ANTI-INFIAMMATORIE
Come nella maggior parte dei casi di infortunio dei tessuti molli, il trattamento iniziale è il cosidetto RICE, un acronimo che sta per: Rest, Ice, Compression and Elevation, quindi Riposo, Ghiaccio, Compressione ed Elevazione. (5)
Nella fase acuta, solitamente non si riesce ad avere una mobilità sufficiente da poter alzare il braccio oppure dormire senza avvertire dolore. Si dovrebbe eliminare qualsiasi movimento che possa causare dolore alla spalla.
Bisogna immobilizzare la spalla con un tutore o con una fascia in modo da togliere il carico sull’articolazione. In alcuni casi è meglio dormire seduti con un cuscino sotto il braccio.
Il ghiaccio è uno strumento semplice da poter applicare e molto efficace per ridurre l’infiammazione e il gonfiore. Applicarlo per 20-30 minuti ogni 2 o 4 ore durante la fase acuta.
L’utilizzo di farmaci anti-infiammatori possono venire raccomandati dal vostro medico, oppure sostanze naturali come l’arnica possono aiutarvi a ridurre il dolore e il gonfiore.
Il fisioterapista, invece utilizzerà degli strumenti come laser o tecarterpia, in modo da velocizzare il processo di recupero dello stato infiammatorio in corso.
Con il miglioramento dei sintomi, un supporto come il kinesio taping applicato dall’osteopata o terapista può aiutarvi molto per ridurre il gonfiore e creare un supporto alla vostra spalla.
Il vostro Osteopata utilizzerà tecniche in grado di migliorare la mobilità e ridurre il dolore, queste sono principalmente tecniche riarticolatorie e sui tessuti molli. Adatte specialmente durante la fase iniziale di dolore.
FASE 2:
RITORNARE AD AVERE LA COMPLETA MOBILITÀ ARTICOLARE (ROM)
Se mantenete immobilizzata la spalla, le strutture della cuffia dei rotatori potranno guarire più velocemente, come nei casi di tendiniti o borsiti.
Per quanto riguarda la spalla del nuotatore, i sintomi potrebbero richiedere qualche settimana per migliorare. Durante questo tempo è importante creare situazioni dove il nostro corpo sia in grado di poter ritornare velocemente alla normalità.
È molto importate non creare possibili resistenze fasciali e restrizioni tissutali. Bisogna effettuare delle mobilizzazioni articolari, massaggi, allungamenti dei muscoli della spalla e leggeri movimenti attivi in grado di ripristinare il controllo neuromuscolare della spalla.
Ricerche indicano che il trattamento osteopatico in situazioni di dolore alla spalla, migliora più velocemente la mobilità, e nel lungo periodo di tempo migliorare anche il risultato finale. (6)
In molti casi, in situazioni di spalla del nuotatore, si può manifestare una situazione compensatoria di rigidità della capsula articolare (solitamente posteriore) e di alcuni muscoli. Queste strutture avranno bisogno quindi di essere decompresse per poter ripristinare una situazione ottimale di utilizzo della vostra spalla.
Per prima cosa, bisogna ricercare quindi la completa mobilità articolare. Nelle prime fasi è consigliabile effettuare dei trattamenti passivi (con un Osteopata o fisioterapista). Una volta che si ha ottenuto la completa articolarità si può iniziare ad effettuare esercizi attivi per migliorare il tono muscolare.
FASE 3:
RIPRISTINARE IL CONTROLLO SCAPOLARE
La vostra scapola è il fulcro principale di ogni movimento che effettuate con la spalla o il braccio.
Il movimento normale della vostra scapola è quello che viene definito come scivolamento scapolo-omerale e se avviene in maniera corretta non si andrà incontro a situazioni di dolore. Un’alterazione di questo movimento è una delle principali cause del conflitto subacromiale (o impingement) e di dolore alla spalla.
Le ricerche scientifiche infatti indicano come una scarsa mobilità scapolo-omerale sia la causa principale dei danni alla cuffia dei rotatori. (5)
Un utilizzo corretto del movimento della scapola risulta quindi fondamentale per la riabilitazione ma ancora di più per una prevenzione.
Oltre alla mobilità è importante anche la stabilizzazione della scapola, che avviene atttraverso la sincronia di reclutamento dei muscoli della cuffia dei rotatori. Questi permettono alla scapola di moversi e di stabilizzare la spalla.
FASE 4:
RIPRISTINO DELLA FUNZIONE CERVICO-SCAPOLO-TORACICA
Spesso è difficile comprendere che la colonna cervicale e dorsale, specialmente del tratto superiore, risultano importanti nel trattamento del dolore alla spalla, in questo caso della spalla del nuotatore. (6)
Una disfunzione della colonna cervicale può causare direttamente dolore riferito alla spalla o un’alterazione dell’impulso nervoso. Si crea così debolezza muscolare e movimenti alterati del braccio, gomito o mano.
Se a questo ci aggiungiamo una postura scorretta, i sintomi possono essere ben più importanti e il trattamento risulterà anche più complicato e lungo da risolvere.
In molti casi, specialmente nelle spalle dolenti da molto tempo, quindi con un dolore cronico, dovranno necessariamente essere trattate anche la cervicale e la dorsale. Trattando queste aree si diminuirà il dolore e si riuscirà ad aumentare la mobilità della spalla.
Un altro fattore determinante la funzione cervico-scapolo-toracica è avere una occlusione corretta. I denti e la postura sono strettamente correlati, e in caso di deglutizione atipica o malocclusione si possono creare sovraccarichi importanti anche alla spalla.
FASE 5:
MIGLIORARE LA FORZA DEI MUSCOLI DELLA CUFFIA DEI ROTATORI
Sembra abbastanza scontato che prima di effettuare un potenziamento muscolare, bisogna aver ripristinato la mobilità e tolto l’infimmazione della spalla.
Le ricerche indicano come una delle fasi più importanti per il recupero della spalla sia il rinforzo muscolare dei muscoli stabilizzatori della cuffia dei rotatori. (5)
Questi esercizi devono essere effettuati in modo graduale e specifico così da non creare scompensi che possano causare danni secondari come la borsite, l’infiammazione della borsa.
FASE 6:
RIPRENDERE IL GESTO TECNICO, VELOCITÀ, FORZA E AGILITÀ
Il nuoto richiede un numero elevato di ripetizioni del gesto tecnico, creando così forze importanti del corpo mediante il reclutamento dei muscoli agonisti e antagonisti.
Per non incorrere in recidive dopo esser ritornati all’attività, il vostro osteopata potrà consigliarvi degli esercizi mirati a mantenere libere le strutture che precedentemente si erano irrigidite. Agendo in questo modo si previene l’insorgere nuovamente del dolore.
In base al vostro grado di livello di allenamento, sarà importante che il vostro allenatore comunichi con il vostro Osteopata per intraprendere gli allenamenti in forma graduale e senza possibili sovraccarichi.
Si crea così un programma specifico per la vostra situazione e in forma graduale potrete riprendere l’attività senza ulteriori problemi.
FASE 7:
RITORNARE A NUOTARE
In base al periodo della stagione, dovrà essere stabilito un un programma specifico per poter competere nuovamente senza rischi di recidive.
Se non avete nessun istruttore che vi segue, e siete amatori allora chiedete al vostro Osteopata come poter effettuare i vostri allenamenti per ottimizzare il vostro rientro.
Una volta che avrete migliorato la vostra velocità, forza e mobilità il vostro programma di rientro al nuoto potrà definirsi completato e con un minor rischio di infortunarvi nuovamente.
RIASSUMENDO
Non esiste un tempo specifico per poter passare da una fase alla successiva. Il vostro recupero sarà determinato da numerosi fattori che solo il vostro fisioterapista e Osteopata potranno valutare.
È molto importante mantenere controllati i progressi in modo da non ricadere nuovamente nel dolore, quindi effettuare dei trattamento osteopatici in modo da eliminare eventuali scompensi creati dagli allenamenti.
ESERCIZI
Se avete dolore alla spalla, prima di effettuare questi esercizi è bene informare il vostro medico oppure far vedere questi esercizi al vostro Osteopata che vi indicherà se sono adatti alla vostra situazione.
Prima di passare da un livello all’altro è bene eseguire varie volte gli esercizi proposti senza avvertire dolore.
Bisogna effettuare prima gli esercizi di mobilità della spalla e solo successivamente quelli di rinforzo.
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Articolo scritto da Sebastian Guzzetti
Osteopata e socio Roi (Registro Osteopati Italia), laureato in Scienze Motorie con una specializzazione in Scienza dello Sport. Ho seguito numerosi post-graduate tra cui Osteopatia Pediatrica, Donna in gravidanza, Biotipologie, Valutazione Posturale, Manipolazione viscerale.. Lavoro presso il mio studio di osteopatia a Bergamo, in via Bellini 15 ed a Treviglio con la squadra di pallacanestro di serie A2 – Blubasket Treviglio. Inoltre collabora con i centri Philofit di Valenza e Treviso.